Da VareseNews.it del 22/01/2010
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Da VareseNews.it del 22/01/2010
Domenica al Mottarone, la gita diventa uno stress
La montagna è una meta preferita per le uscite mordi e fuggi. Ma quando i servizi non funzionano e i prezzi crescono il rischio è quello di cambiare idea
Domenica, gita in montagna con famiglia. Come da alcuni anni puntiamo sulle piste del Mottarone. Un’ora e 15 minuti da casa alle piste. Imbocchiamo la strada per Alpino e constatiamo che la funivia è, come al solito ferma. Va beh, proseguiamo. Arriviamo all’imbocco della strada privata e – amara sorpresa – il pedaggio obbligatoriamente A/R è aumentato. Da 6 euro a 6.50. Mio marito comincia ad imprecare. Dopo pochi chilometri imprechiamo tutti.
La strada è, come gli altri anni, un colabrodo. Altro che rincaro! Siamo noi a chiedere i danni per il disastroso stato di manutenzione del manto stradale, nemmeno troppo pulito, nonostante non risultino precipitazioni nelle ultime ore. Arrivati a destinazione ci fanno parcheggiare sulla strada in quanto i due piazzali e l’ultimo tratto di strada sono già tutti occupati. Va beh! Tanto a poche decine di metri c’è la fermata del pulmino che ci accompagna alla partenza dello skilift. Macchè, nemmeno quello! Abolito: ovviamente troppo comodo. Avendo poi 2 bambini ci carichiamo i nostri e i loro sci in spalla.
Magari alla Scuola sci ci daranno ascolto. Ascolto sì ma accompagnato da una rassegnata alzata di spalle: ci sono 4 Comuni, una Comunità montana, un privato e un consorzio e tutti a litigare sugli investimenti da fare per mantenere accessibile una località adatta a famiglie e comodamente raggiungibile anche da Milano.
Non so se per i prossimi week end cambierà qualcosa: la campagna elettorale incombe anche sulle piste da sci. Io comunque ho detto che se non permettono a noi “cittadini in fuga” di accedere alle piste con un minimo di facilità disdirò le lezioni e lassù mai più mi vedranno. Ma che domenica bestiale!
22/01/2010
Titti Arena, Milano
La montagna è una meta preferita per le uscite mordi e fuggi. Ma quando i servizi non funzionano e i prezzi crescono il rischio è quello di cambiare idea
Domenica, gita in montagna con famiglia. Come da alcuni anni puntiamo sulle piste del Mottarone. Un’ora e 15 minuti da casa alle piste. Imbocchiamo la strada per Alpino e constatiamo che la funivia è, come al solito ferma. Va beh, proseguiamo. Arriviamo all’imbocco della strada privata e – amara sorpresa – il pedaggio obbligatoriamente A/R è aumentato. Da 6 euro a 6.50. Mio marito comincia ad imprecare. Dopo pochi chilometri imprechiamo tutti.
La strada è, come gli altri anni, un colabrodo. Altro che rincaro! Siamo noi a chiedere i danni per il disastroso stato di manutenzione del manto stradale, nemmeno troppo pulito, nonostante non risultino precipitazioni nelle ultime ore. Arrivati a destinazione ci fanno parcheggiare sulla strada in quanto i due piazzali e l’ultimo tratto di strada sono già tutti occupati. Va beh! Tanto a poche decine di metri c’è la fermata del pulmino che ci accompagna alla partenza dello skilift. Macchè, nemmeno quello! Abolito: ovviamente troppo comodo. Avendo poi 2 bambini ci carichiamo i nostri e i loro sci in spalla.
Magari alla Scuola sci ci daranno ascolto. Ascolto sì ma accompagnato da una rassegnata alzata di spalle: ci sono 4 Comuni, una Comunità montana, un privato e un consorzio e tutti a litigare sugli investimenti da fare per mantenere accessibile una località adatta a famiglie e comodamente raggiungibile anche da Milano.
Non so se per i prossimi week end cambierà qualcosa: la campagna elettorale incombe anche sulle piste da sci. Io comunque ho detto che se non permettono a noi “cittadini in fuga” di accedere alle piste con un minimo di facilità disdirò le lezioni e lassù mai più mi vedranno. Ma che domenica bestiale!
22/01/2010
Titti Arena, Milano
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